domenica 13 giugno 2010

Tappeti Kashan


Conosciamo la Città

Quì trovi un bel video con commento in inglese sulle abbitazioni ed i palazzi storici di Kashan

Non puoi tralasciare la Moschea Masjed-i Agha Bozorg  commento in francese.
Sempre in francese  Le jardin de Fin à Kashan  qualche kilometro fuori città.


Copio di pari passo una nota Sui tappeti Kashan presa da Il Sole 24 Ore edizione Casa


I Kashan


Kashan, nome magico che ogni serio mercante di tappeti pronuncia con rispetto e timore reverenziale. Ma anche specchietto per le allodole, che i mercanti meno seri utilizzano per dare valore a manufatti che valore non hanno. La città di Kashan, infatti, ha senza dubbio dato vita a una della manifatture più importanti (forse la più importante in assoluto) di tutta la Persia. Ancora oggi si annodano tappeti che portano il nome degli antichi tesori realizzati da Mohtashem e dagli altri grandi maestri che hanno fatto la storia del tappeto persiano dell'Ottocento. Ma in comune, purtroppo, c'è solo il nome.

Le manifatture contemporanee solo in qualche caso mantengono un alto livello qualitativo, mentre in genere si tratta di manufatti buoni, ma nulla di più. I mercanti poco seri cercano di attribuire un valore superiore al tappeto proprio dicendo: <É un Kashan>. Ma chi acquista non deve lasciarsi condizionare dal nome, soprattutto quando si tratta di un tappeto moderno: occorre sempre e comunque valutare la qualità.



Le caratteristiche.

I Kashan presentano alcune caratteristiche comuni, ma tra queste non compare il formato, perché si può spaziare da esemplari di un metro per un metro e mezzo fino a "colossi" da 5-6 metri per 3-4 metri. Più semplice codificare invece i colori, che spesso presentano nel fondo del campo diverse tonalità di rosso, azzurro, avorio e beige. Ed è importante notare che l'enorme varietà di colori utilizzata per i singoli disegni è così ben abbinata da non dare mai al tappeto un aspetto vistoso.

Se è vistoso ci sono due possibilità: non è un Kashan, oppure è un pessimo Kashan.

I disegni sono floreali e presentano tralci, palmette, fiori e foglie che circondano il medaglione centrale in genere dotato di pendenti. Interessanti anche i tappeti figurati, che però sono meno apprezzati sul mercato Occidentale. La densità del nodo varia in genere dai 200mila al milione di nodi per metro quadro, con trama e ordito in cotone o più raramente in seta. Proprio questa enorme differenza nella finezza dell'annodatura permette di definire il valore del tappeto: nelle manifatture contemporanee, che sono di tipo industriale, più nodi significano infatti più tempo per realizzare il tappeto. E quindi un costo maggiore, solo per il semplice calcolo delle ore impegnate per portarlo a compimento.



Il mercato.

É bene distinguere tra tappeti antichi, risalenti al massimo al primo ventennio del secolo scorso, e tappeti più recenti. Con i tappeti antichi si compra quasi sempre bene, osservando ovviamente le solite cautele: lo stato di conservazione deve essere ottimo; i restauri non devono superare il 5% dell'intero manufatto e devono essere dichiarati per iscritto nella garanzia; si devono privilegiare i tappeti di alta qualità, magari spendendo qualcosa in più, perché avranno sempre mercato mentre quelli scadenti resteranno scadenti in eterno.

Tra i tappeti moderni è bene evitare quelli realizzati negli anni 80, perché in quel periodo tutte le manifatture persiane hanno conosciuto un pesante declino da imputare al conflitto Iran-Irak. Se possibile è meglio privilegiare gli esemplari degli anni 30, che possono avere in futuro qualche prospettiva di rivalutazione, anche se non come gli esemplari antichi, mentre tutte le altre manifatture contemporanee devono essere acquistate con il solo intento di decorare e arredare la propria casa.

In ogni caso si deve pretendere una garanzia dal venditore, e sarebbe preferibile comperare gli esemplari di maggior finezza, realizzati con più cura e in genere anche con un impianto grafico più gradevole.

Finalmente La parte che Preferisco


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UN Kashan  detto Lane Manchester 
 
 






Un Mohtashem



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Un altro Mohtashem
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Un breve commento
Nel panorama della manifattura d’arte persiana della seconda metà del XIX secolo, i prestigiosi tappeti Mohtashem si collocano sicuramente al posto d’onore per prestigio, per finezza dell’annodatura e qualità delle lane. Riconoscere un tappeto Kashan Mohtashem è un’esperienza emozionante in quanto non ci si può basare esclusivamente su dati tecnici: il nodo Senneh asimmetrico aperto a sinistra, l’intensità dei blu scuri vegetali, il motivo del tulipano stilizzato in bordura, il medaglione allungato, sono caratteristiche frequentemente riscontrabili ma non determinanti. Unitamente ad una annodatura talmente fine e compatta da renderla unica, quindi immediatamente riconoscibile, fondamentali sono il fascino ed il trasporto emotivo che solo un vero Mohtashem può dare.

Un ultimo tappeto




L’incontro con un tappeto persiano Mohtashem deve immancabilmente lasciare una traccia, un’emozione forte, se questo non accade significa che ci troviamo di fronte ad un bel tappeto, un Kashan d’epoca, non alla più prestigiosa manifattura del XIX secolo. Il nodo Senneh asimmetrico aperto a sinistra, l’intensità dei blu scuri vegetali, il motivo del tulipano stilizzato in bordura, il medaglione allungato, sono caratteristiche frequentemente riscontrabili ma non determinanti. Molto spesso i Mohtashem presentano una certa crudezza del disegno, una stilizzazione dei rami di fiori che ricorda gli antichi Arak. Non posso tralasciare di sottolineare l’annodatura incredibilmente fine e compatta che lascia il tappeto morbido ma deciso e sostenuto.


Non ho resistito




Fabio Morandi



 

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